Il 5 gennaio scorso un nuovo Rapporto della Economic Research Service del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti dal titolo “L’agricoltura nella Transatlantic Trade and Investment Partnership : tariffe, contingenti tariffari, e le misure non tariffarie”, ha fornito un dettagliato esame sugli effetti attesi del Trattato nel settore dell’Agricoltura.
Il Rapporto, che porta la data del Novembre 2015, analizza i benefici che gli Usa potranno trarre dagli accordi sul Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (in inglese,Transatlantic Trade and Investment Partnership, appunto: TTIP).
Si tratta di un lavoro molto rigoroso, come ci si attende data la sua provenienza, e conferma in generale che i guadagni del PIL da TTIP sono suscettibili di essere in generale molto modesti, nel migliore dei casi, circa il 0,1% per gli Stati Uniti, e il 0,29% per l’UE.
Ciò che rende il nuovo Studio particolarmente prezioso è che l’analisi si concentra sul settore agricolo, e ci fornisce la prima ripartizione dettagliata, tra parametri tariffari e barriere non tariffarie, di come la proposta di accordo possa impattare nelle Economie dei due Continenti .
Il primo scenario che il rapporto prende in esame è quello in cui vengono rimosse tutte le tariffe attualmente imposti dagli Stati Uniti e Unione europea sui rispettivi prodotti agricoli, quello che si trova in genere negli accordi commerciali “classici”.
Ecco quello che potrebbe accadere secondo il Rapporto: le esportazioni agricole Statunitensi verso l’UE aumenterebbero di $ 5,5 miliardi di dollari ai livelli dell’anno di riferimento, (2011) mentre le esportazioni agricole della UE verso gli Stati Uniti aumenterebbero di $ 0,8 miliardi di dollari.
Nel complesso, le esportazioni agricole degli Stati Uniti aumentano del 2 per cento e le importazioni agricole dell’ 1 per cento.
D’altro canto le esportazioni agricole dell’UE diminuiscono dello 0,25 per cento, e le importazioni agricole aumentano dello 0,5 per cento.
Traducendo in soldoni questo concetto, si può dire che il commercio agricolo produrrà incrementi per entrambe le parti, ma che, nel complesso, compreso il commercio con le altre nazioni in tutto il mondo, gli agricoltori dell’UE finiranno per esportare meno di quello che attualmente fanno, mentre l’UE nel suo insieme aumenterà le importazioni.
In termini reali, ciò significa che gli agricoltori europei avranno ovviamente vita più difficile sotto TTIP se le tariffe vengono rimosse.
Dove il Rapporto appare più preoccupante è nel settore delle barriere non tariffarie.
Il Rapporto sostiene che vi sarà una diminuzione delle complessive esportazioni agricole dell’UE, come conseguenza della riduzione degli scambi intra-UE.
Ciò significa che se l’accordo TTIP sarà effettivamente implementato, farà sì che il commercio di prodotti agricoli tra le 28 nazioni dell’Unione Europea finirà per diminuire, e la produzione UE verrà deviata principalmente negli Stati Uniti.
Però, uno dei motivi principali per la creazione di “mercato comune” dell’Unione europea è stato quello di facilitare le interazioni economiche tra gli Stati membri al fine di rafforzare i loro legami politici.
In altre parole, lo studio USDA prevede che TAFTA / TTIP – un accordo che dovrebbe rafforzare l’Unione europea – potrebbe essere in realtà in grado di creare un ostacolo all’integrazione anche politica della UE.
In definitiva in tutti gli scenari analizzati lo Studio sembra suggerire che i benefici del Trattato possano essere non così evidenti, mentre il settore Agricolo della UE possa invece risentire negativamente dall’entrata in vigore dell’Accordo.