Le Sezioni Unite della Cassazione sono intervenute ai primi di settembre in tema di sequestro probatorio di PC e differenza tra misura cautelare avente ad oggetto i dati informatici e quella relativa al “contenente”, ovvero allo stesso computer che contiene tali dati.
Nello stesso provvedimento si registra una presa di posizione della Corte sulla validità del documento informatico, come stabilita dal Codice dell’Amministrazione digitale (CAD).
La vicenda riguardava l’impugnazione di un sequestro probatorio relativo ad un procedimento relativo a turbata libertà degli incanti ( art 353 e 353 bis cp).
La Cassazione effettua un excursus sul recepimento ad opera del nostro legislatore della Convenzione di Budapest sulla Cybercriminalità. soffermandosi anche, quanto a validità probatoria del documento informatico su quanto previsto dal Codice dell’Amministrazione digitale ( CAD)
Il Supremo Collegio, nel distinguere nettamente il “contenente” dal contenuto ( i dati informatici) ha stabilito il principio di diritto in base al quale è ammissibile il ricorso per cassazione avverso l’ordinanza del tribunale del riesame di conferma del sequestro probatorio di un computer o di un supporto informatico, nel caso in cui ne risulti la restituzione previa estrazione di copia dei dati ivi contenuti, sempre che sia dedotto l’interesse, concreto e attuale, alla esclusiva disponibilità dei dati.