La Corte di Cassazione interviene ancora, dopo l’ordinanza di fine settembre segnalata ieri su queste colonne, sulle prove tratte da Google Earth.
Questa volta la Cassazione in una sentenza depositata il 19 ottobre, delinea in maniera chiara il quadro probatorio discendente dalla produzione in giudizio delle prove fotografiche estratte dal servizio satellitare fornito dal gigante Californiano.
La vicenda processuale traeva origine sempre dalla commissione di reati edilizi ed ambientali, che erano stati ritenuti esistenti, dalla Corte d’appello di riferimento, a cui si aggiungeva nel caso di specie la contestazione del falso ideologico.
Gli imputati, in particolare, sono stati ritenuti responsabili dei reati rubricati agli art. 44, lett. a, d.P.R. n. 380 del 2001 ( reato edilizio) , e di quelli previsti dagli artt. 110, 481, cod. pen. ( concorso in falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità).
Afferma la Corte ” i fotogrammi scaricati dal sito internet “Google Earth”, in quanto rappresentano fatti, persone o cose, costituiscono prove documentali pienamente utilizzabili ai sensi dell’art. 234, comma 1, cod. proc. pen., o 189, cod. proc. pen. Il ricorrente, peraltro, non deduce nemmeno di essersi opposto alla loro acquisizione, né risulta che lo abbia fatto. Ben diversa, ovviamente, è la questione relativa alla valutazione del loro contenuto e alla corrispondenza al vero di quanto in essi rappresentato, questione che non è eccepita in modo diretto dal ricorrente.”
Dunque la Suprema Corte dimostra di voler dare pieno ingresso all’interno del processo delle fotografie tratte da Google Earth, purchè vengano rispettati diversi parametri: innanzitutto le prove devono essere sottoposte al regime di acquisizione ( e di opponibilità), previsto dal Codice di procedura penale, poi tali prove possono essere eventualmente considerate prove atipiche, ed infine è sempre possibile per la parte provare il contrario, ed in particolare negare la corrispondenza al vero di quanto rappresentato nelle fotografie estratte dal servizio satellitare.
Sulla base di questi presupposti la Corte ha ritenuto inammissibile il Ricorso degli imputati.