L’app ufficiale di contact tracing anti-COVID-19 dello stato del Nord Dakota, negli Stati Uniti, progettata per rilevare se le persone sono state potenzialmente esposte al coronavirus, invierebbe i dati sulla posizione e un identificatore utente univoco a Foursquare, ed altri dati a Google.
L’app si chiama Care19.
I funzionari dello Stato del Nord Dakota hanno peraltro indicato che le future versioni di Care19 includeranno la nuova tecnologia di exposure notification rilasciata da Apple-Google.
Il sistema di tracciamento del Nord Dakota peraltro consentirebbe di condividere su base volontaria i dati di localizzazione, diversamente da quanto accadrebbe con il sistema bluetooth studiato dai due giganti Statunitensi, a cui anche l’app italiana Immuni, farebbe riferimento.
L’applicazione ( utilizzata anche in Sud Dakota), genera un numero ID casuale per ogni persona che lo utilizza.
L’app può “memorizzare nella cache in modo anonimo le posizioni delle persone durante il giorno”.
Se gli utenti risultano positivi al coronavirus possono fornire tali informazioni al Dipartimento della Salute del Nord Dakota per scopi di tracciamento dei contatti in modo che altre persone che hanno trascorso del tempo vicino a loro, possano essere potenzialmente informate.
Secondo il rapporto di una società specializzata in analisi informatiche che si chiama Jumbo, l’app invierebbe però il numero ID casuale a Foursquare, un fornitore leader di dati sulla posizione.
L’ID del telefono verrebbe anche inviato ai server di Google che sembrano essere affiliati al servizio Firebase di Google, ha scoperto Jumbo.
Eppure la privacy policy di Care19 afferma che i dati sulla posizione sono “privati” e “archiviati in modo sicuro”.
Tali dati- continua la privacy policy – “non saranno condivisi con nessuno, inclusi enti governativi o terze parti”.