Pavel Durov di Telegram fermato in Francia presto libero?

di Fulvio Sarzana di S.Ippolito, Avvocato.

Il fondatore di Telegram, il popolare servizio di messaggistica interpersonale, è sottoposto, come è noto, a fermo di polizia giudiziaria in Francia dal 25 agosto.

Non sono chiari i motivi del fermo,  anche perché la procura transalpina che si sta occupando del caso, ha rilasciato nella tarda serata del 26 agosto un documento di due pagine indicando una serie di reati,  tra cui reati di mancata collaborazione con le forze di polizia e l’Autorità giudiziaria nell’identificazione di soggetti che utilizzano la piattaforma Telegram, specificando che si tratta di una indagine a carico di ignoti, alcuni dei quali molto gravi, senza specificare se Durov sia indagato e per quali tipi di reato sia indagato.

C’è chi addirittura ha ipotizzato che sia stato lo stesso Durov a consegnarsi, per evitare peggiori conseguenze.

Nel frattempo però gli Emirati Arabi Uniti hanno inoltrato, come aveva  fatto la Russia, due giorni fa, la richiesta di attivazione dei servizi consolari a protezione di Durov, cittadino anche degli Emirati, ed il fatto è singolare perché le ipotesi di reato, a carico di ignoti, ma nell’ambito delle quali lo stesso Durov è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria, sono considerati delitti gravissimi in quel paese, punibili con il massimo delle pene detentive.

Il fatto segue peraltro a decine di attacchi informatici  di tipo DDOS ( distributed denial of service) operati da ignoti nei confronti dei siti governativi francesi.

Il 28 agosto scadrà il termine previsto dalla legge francese per il fermo di polizia giudiziaria senza formale elevazione delle imputazioni e si capirà quali siano le reali imputazioni a carico di Durov.

La sensazione generale è che Durov potrebbe essere rilasciato, eventualmente senza accuse, qualora la piattaforma fornisca ( o abbia già fornito)  le informazioni richieste dall’autorità giudiziaria e di polizia francese ai fini di identificazione di coloro che sono sospettati di aver compiuto i gravi delitti ipotizzati.

Sempre che ciò sia possibile e sia questa la volontà di Durov.

Naturalmente il fatto costituirebbe un principio di assoluto rilievo perché obbligherebbe di qui in poi qualsiasi servizio di messaggistica a moderare le comunicazioni interpersonali ed a conservare i contenuti delle conversazioni, a disposizione dell’Autorità giudiziaria di qualsiasi paese, a questo punto, da cui sia possibile accedere a Telegram.

E’ facile comprendere l’esito di tali risultati se a richiedere tali informazioni sui propri cittadini siano paesi autoritari o dittatoriali.

A scanso di equivoci il ministero della difesa russo ha ordinato al proprio personale di cancellare tutte le conversazioni Telegram intercorse, segno che il timore di un possibile “cedimento” in ordine alla riservatezza della piattaforma, viene considerato credibile.

Quanto alla mancata conformità da parte di Telegram dei sistemi di crittografia ai modelli francesi, inclusi nella lista dei reati da parte della procura, una caratteristica peculiare del paese transalpino che non trova riscontro in altri paesi, essa potrà essere agevolmente sanata con una semplice dichiarazione, attraverso modelli liberamente scaricabili dai siti amministrativi del paese Transalpino, e si suppone, attraverso la modellazione del sistema di crittografia in grado di consentire la cooperazione con le forze di polizia.