Diritto all’oblìo Google deve cancellare in tutto il mondo

Diritto all’oblìo Google deve cancellare in tutto il mondo

*di Fulvio Sarzana di S.Ippolito, Avvocato, Studio legale Sarzana, Roma.

 

Il diritto all’oblìo può consentire una deindicizzazione globale dei propri dati personali e non solo limitata ai singoli Paesi.

Il diritto alla deindicizzazione, elaborato in prima battuta   dalla Corte di Giustizia dell’UE (CGUE, Google Spain, C-131/2012)  è stato codificato nell’art. 17 del GDPR.

Tale diritto è subordinato alla presenza di determinati presupposti  tra cui l’esaurimento della finalità di trattamento, l’esercizio del diritto di opposizione, il trattamento illecito e così via, al ricorrere dei quali il Titolare del trattamento dei dati personali ( nella fattispecie il gestore del  motore di ricerca) deve procedere  alla cancellazione.

Il tema del diritto alla deindicizzazione globale è stato affrontato  da un’ordinanza pubblicata il 24 novembre 2022 dalla prima sezione civile della Cassazione.

E’ stato così accolto il ricorso del Garante per la protezione dei dati personali: la Suprema corte ha deciso nel merito respingendo il ricorso di Google, che già aveva rimosso le pagine incriminate dalle versioni europee del motore di ricerca riscontrando la richiesta dall’interessato.

L’interessato però vive da diverso tempo a  a Dubai e quando l’indagine è  stata archiviata dal gip per infondatezza della notizia di reato il manager si occupava intermediazione di progetti imprenditoriali in Medio Oriente.

L’Ordinamento costituzionale, secondo la Suprema Corte, non consente una tutela ai soli ventisette Paesi Ue, per quanto il delisting debba avvenire bilanciando il diritto alla riservatezza con la libertà d’informazione.

Il precedente è molto importante in quanto la Corte di giustizia dell’Unione europea nella causa C-507/17 Google LLC, succeduta alla Google Inc., aveva limitato gli obblighi di deindicizzazione di un motore di ricerca al solo territorio della Unione; escludendo pertanto che allo stato attuale vi fosse un obbligo derivante dal diritto dell’Unione, di effettuare tale deindicizzazione su tutte le versioni del suo motore.

La Corte di Cassazione è stata di diverso avviso.

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