Responsabilità disciplinare del magistrato ed intelligenza artificiale

Responsabilità disciplinare del magistrato ed intelligenza artificiale

*di Fulvio Sarzana di S.Ippolito

L’uso scorretto dell’intelligenza artificiale può condurre anche alla responsabilità disciplinare del Magistrato.

E’ quanto sostenuto dalla testata il Giornale, che riporta la notizia dell’azione disciplinare che sarebbe partita dalla  Procura generale della Cassazione, una delle quali avrebbe riguardato «l’azione disciplinare da parte del Procuratore generale per grave e inescusabile negligenza» nei confronti di un Magistrato nell’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale, mentre un altro procedimento, non si comprende bene se attivato in Cassazione,  avrebbe riguardato un Giudice di primo grado che avrebbe assunto una decisione citando precedenti inesistenti.

Sul tema il CSM avrebbe elaborato una proposta presentata nella settima Commissione, relatori Marco Bisogni e la presidente Maria Vittoria Marchianò, per evitare distorsioni nell’esercizio dell’azione giudiziaria attraverso l’azione di software come ChatGpt o software generativi simili come Chatbot, Copilot, Gemini, Perplexity per redigere sentenze o motivazioni, in chiave «predittiva» o per valutare le prove.

L’iniziativa segue le notizie sul rigetto di azioni proposte in giudizio con l’uso errato di sistemi di intelligenza artificiale, che avevano condotto in alcuni casi all’applicazione della sanzione della lite processuale aggravata.