Reati informatici: la Cassazione e le intercettazioni telematiche con virus informatico. Per molti ma non per tutti.

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E’ lecito da parte delle forze dell’Ordine  installare virus informatici ( es Trojan Horse)  all’insaputa degli indagati, intercettando cosi tutte le comunicazioni in entrata ed uscita dai devices degli utenti?

Il tema, molto spinoso, è stato affrontato con alterne vicende,  anche dalla Suprema Corte di Cassazione, sino alla recente pronuncia delle Sezioni Unite della Cassazione ( udienza il 28 aprile scorso) , che, in verità, sembra adottare un approccio estremamente concreto al problema, salvando cosi “capra e cavoli”.

La sesta sezione della Cassazione aveva  rimesso, il 6 aprile scorso, alle Sezioni Unite la seguente questione di diritto in tema di intercettazioni tramite virus informatici:

Se – anche nei luoghi di privata dimora ex art. 614 cod. pen., pure non singolarmente individuati e anche se ivi non si stia svolgendo l’attività criminosa – sia consentita l’intercettazione di conversazioni o comunicazioni tra presenti, mediante l’installazione di un “captatore informatico” in dispositivi elettronici portatili (ad es., personal computer, tablet, smartphone ecc.).

All’udienza del 28 aprile 2016, la Cassazione, a sezioni unite, ha fornito la seguente soluzione:

Affermativa, limitatamente a procedimenti relativi a delitti di criminalità organizzata, anche terroristica (a norma dell’art. 13 d.l. n. 152 del 1991), intendendosi per tali quelli elencati nell’art. 51, commi 3-bis e 3-quater, cod. proc. pen., nonché quelli comunque facenti capo a un’associazione per delinquere, con esclusione del mero concorso di persone nel reato.

Dunque un via libero condizionato al tipo di reato contestato che lascia aperta la strada, attraverso l’ipotesi della associazione a delinquere, a moltissime fattispecie tra le quali quella dell’associazione a delinquere “virtuale”, contestata agli attivisti “digitali”  di Anonymous.

La scelta di differenziare le fattispecie, e di consentire l’utilizzo di strumenti cosi invasivi in relazione anche a fattispecie di associazione a delinquere ( oltre che ai delitti di matrice terroristica e di criminalità organizzata), dovrà probabilmente essere sottoposta, prima o poi ad un vaglio costituzionale, in riferimento quantomeno all’art 3 della stessa Carta.

Per il momento però via libera alle intercettazioni tramite Trojan, per molti ma non per tutti.

@fulviosarzana