La Banca d’Italia affronta, in un Paper molto dettagliato, il tema delle criptovalute e della Blockchain, oltre ad indagare gli impatti della nuova direttiva europea sui servizi di pagamento, anche detta PSD2 (Payment Services Directive 2).
Il Paper, inserito nei quaderni di ricerca giuridica della consulenza legale, affronta il tema in 349 pagine, di cui ben 100 dedicate a tutti i profili attinenti le criptovalute e la blockchain, dal sistema antiriciclaggio ai profili tributari, sino ad addentrarsi nei profili di pagamento attraverso terze parti e l’interferenza tra PSD2 e criptovalute.
Il mondo dei servizi bancari, finanziari e di pagamento è stato interessato di recente da importanti cambiamenti, recati dallo sviluppo dell’innovazione tecnologica e dall’evoluzione normativa (in particolare dalla direttiva PSD2, n. 2015/2366/UE, dal d.lgs. n. 218/2017 che l’ha recepita e dal regolamento UE 2015/751).
Con questi interventi si sono estesi i confini del regime della PSD verso scenari che coinvolgono nuovi soggetti (cc.dd. Third Party Providers).
Nel contempo, l’innovazione tecnologica ha introdotto la blockchain, che da un lato ha permesso la diffusione a livello planetario di valute virtuali, scambiate con rapporti peer to peer documentati su un registro digitale distribuito fra gli utenti, dall’altro potrebbe rendere inutile in prospettiva l’uso di registri centralizzati gestiti dalle autorità preposte. Sempre all’innovazione tecnologica è dovuta l’introduzione di piattaforme informatiche evolute in grado di utilizzare l’elaborazione informatica (algoritmi) di una serie di informazioni (big data) e di consentire l’incontro fra soggetti con liquidità in eccesso e soggetti in cerca di finanziamenti.
Il nuovo contesto lascia intravedere un processo di disintermediazione degli operatori vigilati e l’affacciarsi di situazioni – planetarie, quindi di difficile gestione unitaria – la cui sicurezza è collegata solo alle caratteristiche tecnologiche utilizzate, mai inespugnabili: se, per un verso, si intensificano i controlli sugli intermediari abilitati, per l’altro, si registra un incremento di quelli sostanzialmente privi di controllo e, forse, quasi impossibili da controllare. Va da sé che una vigilanza sui nuovi intermediari e sulle nuove tipologie di attività svolte dagli stessi, per essere efficace, dovrebbe essere profondamente diversa da quella oggi attivata per i “tradizionali” operatori, cambiando strumenti e paradigmi di intervento.
Il Quaderno tenta, innanzitutto, di circoscrivere le questioni, delimitando i termini della ricerca nel modo più inclusivo. Prende le mosse dall’analisi delle novità presenti nella PSD2 per valutarne implicazioni soggettive e oggettive sul sistema dei pagamenti; allarga, poi, il campo ai mutamenti che il mercato ha registrato a seguito di queste novità, nonché al fenomeno dei big data. L’indagine si sofferma quindi sulle implicazioni della rivoluzione tecnologica, intrattenendosi su ruolo, funzionamento, prospettive della blockchain, strumento polivalente e suscettibile di essere utilizzato in molti servizi bancari e finanziari, spesso stravolgendone i connotati.
In questa logica, il Quaderno esamina le criptovalute (sia nei profili generali, a cominciare della loro natura, sia con specifici studi sugli aspetti fiscale e antiriciclaggio, sull’atteggiamento dei policy makers e sui modelli di vigilanza) e gli effetti dell’utilizzo di strumenti tecnologicamente sofisticati (piattaforme, reti informatiche, ecc.) sui servizi “tradizionali” bancari e finanziari. Tenta, infine, di individuare i rischi nuovi e diversi derivanti dal nuovo assetto dei servizi bancari, finanziari e di pagamento, e di proporre aggiornati metodi di valutazione e di contenimento.