Un nuovo Studio universitario congiunto Statunitense-Britannico, basato su proiezioni matematiche, fornisce le prime indicazioni sull’efficacia delle App anti Covid, come l’italiana Immuni.
Lo Studio dal titolo “Effectiveness of isolation, testing, contact tracing and physical distancing on reducing transmission of SARS-CoV-2 in different settings: a mathematical modelling study”,
è stato portato avanti da ricercatori dell’Università di Harvard, di Cambridge e Oxford.
Il report conferma quanto già affermato dagli Studiosi britannici dell’Oxford Insitute in una precedente ricerca, ovvero che l’app anti Covid per poter avere un qualche risultato deve essere scaricata da una percentuale della popolazione superiore al 60 per cento e si sottolinea per un approccio diretto a comparare la riduzione degli infetti in una nuova possibile ondata del virus con o senza l’uso di un’ app per il tracciamento.
Lo Studio in particolare arriva alla conclusione che per poter avere una qualche efficacia l’app deve essere scaricata da almeno il 53 per cento della popolazione e solo se questo strumento risulta associato ad uno stretto auto-isolamento volontario.
Nelle simulazioni effettuate, l’auto-isolamento combinato con il solo tracking manuale di tutti i contatti riduce la trasmissione del 64%; il tracciamento manuale dei soli conoscenti (ad es. contatti precedentemente incontrati) ha portato a una riduzione del 57% nella trasmissione.
L’uso dell’app digitale invece fornisce – a detta degli Studiosi- un risultato in termini di prevenzione inferiore ad entrambi i metodi manuali citati in precedenza ed è comunque collegato alla sua diffusione presso la popolazione ed all’auto-isolamento.
Gli Studiosi non prendono nemmeno in considerazione una diffusione dell’app inferiore al 53 per cento della popolazione ipotizzando che tale dato, in connessione con l’auto isolamento, sia in grado di ridurre la trasmissione di circa il 47%.