App Immuni: decreto MEF, almeno 90 giorni per integrazione con il sistema sanitario

fotoimmuni

Tempi lunghi per la piena funzionalità dell’app Immuni.

L’applicazione da scaricare sul telefonino per poter funzionare in integrazione con il sistema sanitario e con il sistema informativo del MEF, dovrà infatti attendere almeno 90 giorni.

Manca ancora invece qualsiasi disposizione che specifichi cosa succeda al titolare dello smartphone dopo l’allerta inviata dall’app Immuni, con la conseguenza che l’allertato dovrebbe porsi in auto-isolamento.

Così come manca qualsiasi riferimento ai tempi di ottenimento di un tampone per chi ha ricevuto l’allerta dall’app.

Non si comprende a questo punto quale sia la sorte delle notifiche inviate dall’app e perchè l’app sia stata lanciata se la modalità necessaria di interazione di chi riceve l’allerta con l’operatore sanitario, che sono obbligatorie per legge al fine di evitare che i soggetti da soli inseriscano i dati della positività nel sistema di avvertimento agli utenti, non siano state implementate.

Il tutto è  la conseguenza del  DECRETO del Ministero dell’economia e delle finanze del 3 giugno 2020, denominato  “Modalità tecniche per il coinvolgimento del Sistema tessera sanitaria ai fini dell’attuazione delle misure di prevenzione nell’ambito delle misure di sanità pubblica legate all’emergenza COVID-19″, pubblicato in Gazzetta ufficiale l’8 giugno 2020.

La disposizione stabilisce le modalità di interazione  del «Sistema di allerta Covid-19», come previsto dall’art. 6 del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28 costituito dalla applicazione mobile ( l’App Immuni) e dalla componente di backend , la cui titolarità è del Ministero della salute, con il  «Sistema TS», ovvero il sistema informativo di cui è titolare il Ministero dell’economia e delle finanze.

La norma specifica che in caso di esito positivo di un tampone, l’operatore sanitario contatta il paziente per effettuare l’indagine epidemiologica, che prevede anche la verifica dell’installazione dell’App del Sistema di allerta Covid-19. Se il paziente ha installato l’App, gli sarà richiesto di aprirla e di utilizzare la funzione di generazione del codice OTP. Il paziente comunica i 10 caratteri del codice OTP all’operatore sanitario e attende l’autorizzazione a procedere con l’ upload delle proprie TEK. 3. L’operatore sanitario, secondo le modalità descritte nell’Allegato A che costituisce parte integrante del presente decreto, accede al Sistema TS, anche tramite SAR, con le credenziali in suo possesso e, in virtù del particolare profilo attribuito, inserisce i dati forniti dal paziente.

L’allegato al Decreto specifica  le tempistiche di implementazione e stabilisce che ” Al fine di rinforzare le misure di sicurezza adottate dal Sistema TS, di seguito si riporta una sintesi degli interventi che saranno attuati e delle relative tempistiche: in aggiunta alle normali credenziali (ID utente e password), assegnazione del pincode come ulteriore fattore di autenticazione a tutti gli utenti che ancora non ne sono dotati (entro sessanta giorni dalla data di adozione del decreto); implementazione dell’autenticazione a 2 fattori con OTP temporaneo (entro novanta giorni dalla data di adozione del decreto); introduzione delle asserzioni SAML per i sistemi regionali necessarie per l’autenticazione per l’accesso al Sistema TS (entro novanta giorni dalla data di adozione del decreto).

@fulviosarzana