Il settore dei droni italiani sembra non avere pace.
Dopo mesi vissuti sull’onda dell’euforia per l’iperattività amministrativa dell’ENAC, l’ente di controllo aereo civile, che aveva portato all’emissione il 17 luglio scorso di un Regolamento sui droni molto atteso ed in larga parte condiviso con il mercato di riferimento, in questi ultimi mesi si è invece registrata un’involuzione normativa ed amministrativa, che in qualche misura sembra legata alle paure sulla sicurezza.
Timori di incidenti, e, soprattutto di utilizzi dei droni per scopi illeciti.
Già a novembre il prefetto della Capitale, Gabrielli aveva comunicato la decisione di limitare nel periodo giubilare il sorvolo anche dei droni su alcune zone a rischio della capitale.
Il prefetto di Roma aveva infatti detto: “Da un punto di vista degli aspetti amministrativi con le autorità deputate Enac ed Enav è stato ampliato l’ambito della cosiddetta ‘no fly zone’, il cosiddetto Notam, cioè la comunicazione che viene fatta a tutti quelli che utilizzano lo spazio aereo che ci sono alcune zone della Capitale che sono interdette al volo aereo per tutto il periodo del Giubileo”.
Poi vi sono stati alcuni fatti singolari, come lo schianto avvenuto in diretta tv del drone impegnato nelle riprese aeree della gara mondiale di slalom maschile di sci disputata a Madonna di Campiglio la sera del 22 dicembre, a seguito del quale la Federazione sciistica italiana aveva bandito i droni dal circuito mondiale di sci.
La FAA ( l’ente di controllo americano ), dal canto suo, ha rilasciato ad inizio dicembre un report che analizza 921 incidenti che avrebbero coinvolto gli onnipresenti droni e alcuni aeromobili con equipaggio tra il 17 Dicembre 2013 e il 12 settembre 2015.
Fatto sta che L’ENAC a sorpresa ha varato, a ridosso del Natale, una nuova versione del proprio regolamento su droni, che pare segnare un deciso passo indietro nello sviluppo del mercato dei SAPR.
Almeno stando alle reazioni delle Associazioni rappresentative dell’intera filiera dei Droni.
Le novità più rilevanti sono:
- l’uso dei droni sotto i 300 grammi, che da oggi in poi sarà consentito solo se gli aeromobili hanno sistemi per proteggere le parti rotanti da impatti accidentali, ovvero in sostanza se hanno paraeliche.
- La reintroduzione dell’obbligo di volo diurno per le operazioni non critiche, In pratica vi è un obbligo ad effettuare voli a vista (VLOS) solamente di giorno, fino a un’altezza massima di 150 metri e fino a una distanza massima sul piano orizzontale di 500 metri. L’ENAC peraltro potrà valutare deroghe personalizzate e sottoposte ad una analisi preliminare di rischio.
- Una variazione sulle CTR: le cd control zone, ovvero gli spazi aerei controllati in corrispondenza di uno o più aeroporti. In questo ambito sono stati ritoccati i limiti di altezza massima e distanza dal pilota per gli usi professionali, mentre per l’ambito aeromodellistico invece è stata rimossa la possibilità di volare all’interno di queste zone ( l’autorizzazione era stata appena concessa con la precedente versione del Regolamento).
- L’inasprimento delle sanzioni contro l’abusivismo e il mancato rispetto delle norme di sicurezza. Il regolamento infatti ha cambiato le sanzioni applicabili ad alcuni illeciti legati all’utilizzo dei droni, prevedendo l’applicazione delle pene previste dagli art 1216 e seguenti del codice della navigazione, anziché, come nella precedente versione, con quelli di cui all’art 1174 dello stesso codice. Con la riformulazione del regolamento quindi, si applicheranno le sanzioni rispettivamente degli articoli 1216 cod nav, che punisce chi vola con un SAPR privo di documenti con l’arresto fino a un anno o oltre mille euro di ammenda, quelle dell’articolo 1228, con l’ arresto fino a sei mesi e 516 euro di ammenda a chi vola in città, e con l’articolo 1231, che prevede arresto fino a tre mesi o 206 euro di ammenda per chi viola le norme di sicurezza.