Blockchain: la Svizzera sceglie la regolamentazione soft del “SandBox”.

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Il governo svizzero non intende promuovere una specifica legge sulle nuove tecnologie finanziarie basate sulle cosiddette “blockchain”, i registri digitali condivisi (DLT).

 Contrariamente ad altri Paesi come Liechtenstein, Malta e Lussemburgo, il paese elvetico  non vuole regolare la tecnologia in sè con norme ad hoc, ma i processi, limitandosi a garantire alle società che operano nel settore le migliori condizioni possibili.

In pratica le nuove tecnologie dovranno essere integrate nella legislazione esistente affinché questi prodotti forniscano le stesse prerogative e certezze degli strumenti finanziari tradizionali.

In verità secondo un rapporto presentato agli uffici federali la scorsa settimana il legislatore dovrebbe intervenire in merito  alla sicurezza giuridica relativa al  trasferimento dei diritti mediante registri digitali  e  alla questione dei beni patrimoniali immateriali in materia d’insolvenza.

Il rapporto suggerisce anche di aggiornare il diritto che regola i mercati finanziari per adeguare il regime autorizzativo e le norme contro il riciclaggio alle piattaforme decentrate che svolgono attività di trading online.

Un altro aspetto su cui dovranno soffermarsi le autorità, secondo il rapporto, riguarda le norme fiscali applicabili ai titoli di credito virtuali.

Un progetto governativo su questi temi sarà definito e messo in consultazione tra febbraio e marzo.

@fulviosarzana