Apple, come scrive il New York Times, si appresterebbe a fornire uno strumento ai genitori, che saranno in grado di verificare se e quando i loro figli inviano e ricevono immagini di nudo in un messaggio. L’iniziativa, in linea teorica condivisibile, ha scatenato però un’onda di critiche da parte degli attivisti per i diritti digitali, che temono l’introduzione di un sistema di videosorveglianza globale sui telefonini.
Il problema però è che l’Unione Europea ha approvato il 6 luglio scorso un Regolamento denominato in breve “chat control” che prevede per un periodo di tre anni all’interno dell’Unione esattamente quello che Apple ha dichiarato di voler fare.
il Regolamento, titolato “on a temporary derogation from certain provisions of Directive 2002/58/EC of the European Parliament and of the Council as regards the use of technologies by number-independent interpersonal communications service providers for the processing of personal and other data for the purpose of combatting child sexual abuse online”, prevede, come anticipato in premessa, che possa consentirsi ai provider di servizi di comunicazione interpersonale (come, ad esempio, Whatsapp, Messenger, Telegram ed altri) di attuare un controllo sistematico e massivo del contenuto delle chat private, in deroga all’articolo 5, paragrafo 1, e all’articolo 6, paragrafo 1 della Direttiva 2002/58/CE, che tutelano la riservatezza delle comunicazioni e del traffico dati, fatta eccezione per i messaggi audio.
Allo stato il Regolamento non è ancora applicabile ma la Commissione pensa di estenderlo attraverso l’introduzione di una norma non temporanea e definitiva.
Staremo a vedere.
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