Piracy Shield: l’AGCOM ha il potere di agire contro Google, il motore e lo store, e nei confronti dei VPN ( virtual private network provider)?

Piracy Shield: l’AGCOM ha il potere di agire contro Google, il motore e lo store, e nei confronti dei VPN ( virtual private network provider)?

di Fulvio Sarzana di S.Ippolito, Avvocato.

 

Le notizie sulle iniziative dell’AGCOM ( l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni)  in materia di prevenzione e repressione delle violazioni del copyright in rete si sono diffuse rapidamente in questi ultimi giorni.

Una delle domande che più spesso si sentono ripetere è se l’AGCOM ( non solo in materia di diritto d’autore),  in qualità di coordinatore  nazionale dei servizi digitali  per l’Italia, in base al Regolamento Europeo Digital Service Act, ha veramente il potere di  richiedere informazioni ed emettere multe nei confronti da un  lato di GOOGLE, come gestore del  motore di ricerca e del play store  e dall’altra dei può agire nei confronti dei VPN, ovvero degli operatori virtuali?

Per quanto riguarda il potere di agire nei confronti di Google, essa sembra escluso sia dallo stesso DSA, che riserva alla Commissione il compito di supervisionare le attività delle piattaforme di grandi dimensioni, o i motori di ricerca di grandi dimensioni,  sia dalla circostanza che i poteri residuali di controllo a livello nazionale  sono attribuiti dallo stesso DSA all’Autorità di controllo nazionale del luogo in cui ha sede il Prestatore di servizi, che nel caso di Google è l’Irlanda.

Questo specchietto dell’Unione Europea evidenzia “plasticamente” la circostanza.  https://digital-strategy.ec.europa.eu/it/policies/list-designated-vlops-and-vloses

Dunque allo stato attuale della normativa europea non sembra che vi sia alcun potere informativo o sanzionatorio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nei confronti delle grandi piattaforme o dei grandi  motori  di ricerca per come stabiliti dal Digital service act, e, in ogni caso l’Autorità nazionale competente a effettuare richieste a questi soggetti appare essere in ogni caso quella Irlandese.

E per le VPN?

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha il potere di imporre sanzioni nei confronti dei VPN?

Anche qui per ragioni diverse però non sembra che possa esserci la sottoposizione dei VPN provider alla giurisdizione dell’AGCOM, a meno che lo stesso VPN non abbia sede in Italia.

IL DSA, che si ricordi, si applica in tutti i Paesi allo stesso modo, in quanto Regolamento, e che in ogni caso prevale anche su disposizioni nazionali che dovessero affermare il contrario, stabilisce che  la giurisdizione per l’applicazione del  Regolamento spetta allo Stato membro in cui è situato lo stabilimento principale del prestatore di servizi, a meno che non sussista la competenza della Commissione europea.

Lo stabilimento principale è indicato quale luogo in cui il prestatore ha la “sua sede principale o sociale nella quale sono esercitate le principali funzioni finanziarie e il controllo operativo”.

Per i prestatori non stabiliti nell’Unione, ma che “offrono servizi nell’Unione” la giurisdizione è determinata dal luogo in cui il prestatore ha nominato il proprio rappresentante legale.

Solo in assenza di tale nomina, e di sede dell’operatore al di  fuori del territorio dell’Unione,  il coordinatore dei servizi nazionale può agire, ma prima di farlo deve avvertire tutti i coordinatori degli altri Stati dell’Unione, nonché la Commissione, e si deve comunque astenere se analoga  iniziativa è intrapresa da un singolo Stato o dalla Commissione stessa.

Insomma, non sembra proprio che il potere di agire nei confronti dei VPN provider, con sede all’estero, sia ammissibile, considerando il fatto che, prima di agire, qualunque coordinatore nazionale deve valutare tutti i profili formali, e, verificare anche, dal punto di vista sostanziale, se la stessa VPN sia utilizzata interamente per svolgere attività illecita, perché diversamente, oltre tutti i rilievi territoriali e formali, si deve ritenere, in caso di ordini e sanzioni, violato anche il principio di proporzionalità e di bilanciamento tra diritti legittimi, immanente alla disciplina Comunitaria.

 

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